lunedì 9 marzo 2009

IRIS una FIABA di Hermann Hesse


Già da molto avevo il desiderio di dedicare un post al fiore che magicamente mi attrae ,direi quasi in assoluto rispetto agli altri che amo...e che nella mia storia personale mi riporta ad un intreccio di ricordi infantili e ad una parte della mia vita da adulta...anche se in modo molto diverso, sotto forma di una ricerca simbolica che da tempo mi accompagna.

La fiaba di Hermann Hesse dedicata a questo fiore...la conosco da molto tempo, e non conto più le volte che l'ho letta....ma ogni volta mi si ripropongono le stesse emozioni che ho provato leggendola la prima volta....una emozione di grande commozione e pace...non ho trovato su Internet la fiaba che io ho qui in un libro di Hesse sull'Amore, per cui ogni volta che mi preparavo per il post desistevo in quanto volendo proporre la fiaba devo trascriverla e non potevo fare il così comodo copia e incolla, ma anche questo casuale inconveniente è forse un segno che su questo argomento così delicato e profondo come quello che viene trattato nella fiaba...non è davvero possibile cercare scorciatoie, proprio come succede al protagonista della fiaba Anselmo.

Così mi vedo costretta a dover trascrivere senza comodità la fiaba...che per necessità dovrò comunque scegliere di esporla a partire da un certo punto e ad interromperla...sarebbe troppo lunga scriverla per esteso...ma cercherò di iniziarla nel punto che possa esrpimere la sua essenza di significato e lo stesso sarà nell'interromperla.

IRIS (Una fiaba)

Intanto venne un giorno in cui il signor Anselmo, ritornando da un viaggio solitario, ricevette un'accoglienza così fredda e opprimente dal suo appartamento di studioso che si precipitò dai suoi amici con l'intenzione di chiedere la mano della bella IRIS.

"IRIS" le disse "Non voglio più vivere così.Sei sempre stata la mia buona amica e devo dirti tutto.Devo avere una moglie, altrimenti la vita mi sembra vuota e senza senso. E chi dovrei desiderare in moglie se non te, caro fiore? Vuoi Iris? Avrai fiori quanti se ne possono trovare, avrai il più bello dei giardini.Vuoi venire da me?"

Iris lo guardò a lungo e tranquillamente negli occhi, non sorrise e non arrossì, e gli rispose con voce ferma:

"Anselmo, la tua domanda non mi stupisce.Io ti voglio bene, anche se non ho mai pensato di diventare tua moglie. Ma vedi, amico mio, io pretendo molto da colui che devo sposare.Pretendo più della maggior parte delle donne.

Tu mi hai offerto dei fiori e la tua intenzione era buona. Ma io posso vivere anche senza i fiori, e anche senza musica, potrei rinunciare a tutto questo e a molto altro ancora, se fosse necessario. Ma una cosa non posso e non vorrò mai rinunciare: non potrò mai vivere neanche per un giorno senza che la musica che ho nel cuore sia per me l'essenziale.

Se devo vivere con un uomo, bisogna che la sua musica interiore si accordi sottilmente con la mia, e bisogna che lui abbia un unico desiderio: che la sua musica sia pura e che si intrecci bene con la mia. Tu amico mio, ne saresti capace? Probabilmente non potresti accrescere la tua celebrità e conquistare altri onori, la tua casa sarebbe silenziosa, e le rughe che da parecchi anni vedo sulla tua fronte dovrebbero essere tutte cancellate.Ahimè, Anselmo, non sarà possibile.Vedi, tu sei fatto così: tu devi farti segnare la fronte da sempre nuove preoccupazioni, e quello che io penso e sono tu lo ami, certo, e lo trovi bello, ma per te come per i più è soltanto un delizioso giocattolo. Oh, ascoltami bene: tutto quello che per te è un giocattolo, per me è la vita stessa e dovrebbe esserlo anche per te, e tutto quello a cui tu dedichi fatiche e preoccupazioni, per me è un giocattolo e non merita che si viva per esso.- Io non cambierò più, Anselmo, perchè vivo secondo una legge che ho dentro. Ma tu sapresti cambiare? E dovresti cambiare completamente perchè io possa diventare tua moglie"

Anselmo tacque, colpito da una volontà che aveva creduto debole e giocosa. Tacque e schiacciò sbadatamente nella mano eccitata un fiore che aveva preso dal tavolo.

Allora Iris gli tolse dolcemente di mano il fiore-lui ne fu colpito al cuore come da un duro rimprovero-e a un tratto gli rivolse un sorriso luminoso e dolce, come se avesse insperatamente trovato una via d'uscita dall'oscurità.

"Ho un'idea " mormorò arrossendo. "La troverai bizzarr, ti sembrerà un capriccio.Ma non è un capriccio.Vuoi sentirla? E vuoi accettare che decida di te e di me?"

Senza comprenderla, Anselmo guardò la sua amica, pallido d'ansia. Il sorriso di lei lo convinse ad avere fiducia e ad assentire.

"Vorrei darti un compito" disse Iris ridiventando rapidamente seria. "Fallo è tuo diritto" si arrese l'amico.

"Dico sul serio" continuò lei "ed è l'ultima parola.Vuoi accettarla così come mi viene dall'anima senza discuterla, anche se dapprima non la capirai?" Anselmo, lo promise. E lei disse, mentre si alzava e gli dava la mano:

"Mi hai detto più di una volta che nel pronunciare il mio nome ti senti sempre richiamare a qualcosa di dimenticato che un tempo era stato per te importante e sacro. Questo è un segno, Anselmo, ed è ciò che ti ha attirato a me per tutti questi anni. Anch'io credo che nella tua anima tu abbia perduto e dimenticato qualcosa di importante e di sacro, qualcosa che deve ridestarsi prima che tu possa trovare la felicità e raggiungere ciò a cui sei destinato.- Addio, Anselmo! Ti dò la mano e ti chiedo: va' e cerca di ritrovare nella menoria quel qualcosa che il mio nome ti ricorda. Nel giorno in cui l'avrai ritrovato io sarò tua moglie, verrò con te dove vorrai e non avrò altri desideri se non i tuoi".

Mi interrompo qui...non vorrei scrivere così tanto...e poi...quelli che leggeranno il post, magari conoscono già questo scritto. Vedremo se dai commenti emergerà questo...se invece la fiaba è piaciuta e a qualcuno può interessare averne un'altro pezzetto...che mostra il finale...volentieri farò lo sforzo di battere ancora un po' sui tasti ...perchè non sono molto veloce e l'aver scritto quello che sopra vedete mi è costato un po' di santa pazienza!

Spero di non ricevere commenti che per questa fiaba proprio non potrei accettare...al caso li elimino...il sacro va' protetto!

Grazie

8 commenti:

luigi bluoso ha detto...

Direi che hai messo il dito nella piaga, cara Franca. Noi desideriamo che l'altro corrisponda alla nostra idea, altrimenti è... solo giocattolo. Leggi allora nel mio blog quanto vado ora a scrivere sotto "Tracce di colori". Ciao e... sii serena!

lasettimaonda ha detto...

Favoloso il fiore, uno dei miei prediletti come avrai capito, meraviglioso l'autore, Hesse ha acompagnato tutta la mia adolescenza, incredibili le Fiabe e Leggende, l'ho sempre sotto al mio comodino........quando si dice affinità elettive!
Ciao Franca, se sei credente prega per Paola, ti prego, ne ha bisogno.
Io scappo a fare la patente e forse è meglio, così non resto a casa a macerarmi nei pensieri.
Un abbraccio!Syl-vietta

Nicole ha detto...

Al mio passato è legata la zagara. Un profumo intenso e unico. Ma amo i fiori in generale e tu hai un bel blog!

parolearia ha detto...

Adoro Hesse! un abbraccio
Paola

*Giulia* ha detto...

Iris...che meraviglia!Il mio fiore preferito,chissà forse anche perchè è il mio secondo nome!
a Firenze fanno una bellisima mostra solo di Iris...

Che bello..condividere con un uomo la propria musica interiore...

Giulia

Gaetano ha detto...

Mi fece piangere questa fiaba, mentre la leggevo in lingua originale su un traghetto greco mentre il sole iniziava a declinare ed il vento segnava la superficie del mare.
I sogni che ci riempiono tutti i pori dell'anima non andrebbero mai dimentiati.

Anonimo ha detto...

Grazie, sono capitata qui e non direi per caso...una splendida fiaba che fa da specchio a ciò che sento...grazie mille!non mancherò di seguire il tuo blog!
a presto
Jull

ALE ha detto...

Grazie!
Se mi dici in quale libro compare la favola, vedo di recuperarla e di ritrascriverla completamente.
Grazie
A.