mercoledì 14 gennaio 2009

GLI AMORI DI LOU


Non sono certamente casuali gli incontri delle persone, in genere si incontrano lcoloro che servono alla nostra evoluzione, questo almeno quando le relazioni delle persone avvengono all'interno di uno scambio che non sia quello utilititaristico e funzionale, ma uno scambio vivo e stimolante che ci dia la possibilità di nutrire la nostra anima.

Uno di questi scambi può essere considerato quello fra il poeta Rainer Maria Rilke e Andreas Lou Salome.
In questo articolo, del Corriere della Sera, che risale al 2003, una piccola testimonianza, di come possa essere stato vissuto questo amore.
Lou Andreas Salomé scrive il brano che anticipiamo nel 1934, tre anni prima di morire a 76 anni. Sono pagine rivolte a René Maria Rilke, il poeta nato a Praga da famiglia austriaca nel 1875, rinominato Rainer proprio da Lou durante il rapporto passionale e spirituale che li unisce fra il 1897 e il 1901; un sentimento che prosegue a lungo nei carteggi e oltre la morte di lui (1926), dato che lo scritto inizia così: «Aprile, il nostro mese, Rainer - quello che precedette il nostro incontro. Non è un caso che io debba pensarti così tanto... ». Il testo, di cui pubblichiamo due brani, appare ora in 2.000 copie numerate dalle Edizioni Via del Vento di Pistoia, specializzate in «testi inediti e rari del Novecento». Parte dello scritto è apparso in Italia 25 anni fa in un' antologia edita da Guaraldi; questa versione, curata da Susanna Mati, è invece completa ed è stata ritradotta dal volume postumo Eintragungen. Letze Jahre (ed. Insel Verlag, Francoforte). Nata a Pietroburgo, Lou Salomé abbandona la fede poco dopo l' incontro con il pastore olandese Gillot, che tanta parte ebbe nella sua educazione spirituale e sentimentale. E' la «perdita di Dio» a sospingerla verso l' incessante ricerca di una nuova fede, capace di coniugarsi alla «conoscenza»: ricerca indicata da Lou come l' archetipo dell' esistenza umana e culminata nel 1911, quando incontra Freud del quale sarà discepola e confidente. Prima ancora, nel 1882, dà vita al sodalizio intellettuale con Nietzsche e Paul Rée. Dopo aver fatto innamorare i due filosofi, oppone loro un rifiuto e sposa l' orientalista Carl F. Andreas, matrimonio non consumato e sofferto. Lou, scrittrice e poetessa, è una protagonista dalla società letteraria viennese, dove conosce Schnitzler, Hofmannsthal, Wedekind. Ma l' amore della sua vita è Rilke. Di lei si è detto che fu una «sanguisuga» del pensiero altrui. In realtà è una «donna filosofica», combinazione di una mente fredda e insofferente di ogni disciplina che non sia intellettuale, e insieme di temperamento caldo, accogliente, gioioso: l' approdo cercato da Rilke, in preda ad angosce spirituali e esistenziali, mentre lei diventa la terapeuta della sua anima, che scandaglia e conosce meglio di chiunque. Questi brani lo testimoniano: nell' incapacità di Rainer di oltrepassare un' acacia nel bosco, Lou vede un blocco, la «volontà di creazione sviata dall' angoscia»; e dopo aver accennato all' avvento del nazismo e al dramma dell' Austria (il 1934 è l' anno dell' omicidio di Dolfuss), afferma che solo la scelta della Francia come nuova patria e lingua poetica lo aveva condotto a «nuovi inizi produttivi». A dodici anni dalla morte di lui, insomma, Lou è ancora «calma e comprensiva come una notte che tutto copre», così come Rilke l' aveva chiamata. Spengimi gli occhi: ti vedrò lo stesso. Riempimi gli orecchi: posso sentirti. E senza piedi ti cammino ancora a fianco. E senza bocca posso ancora scongiurarti In tutta bellezza mi venisti incontro vento di primavera, pioggia estiva notte di giugno dai mille sentieri sui quali nessun eletto passò prima di me

2 commenti:

lasettimaonda ha detto...

Cara Franca, sono contenta di essere riusita a strapparti un sorriso.
Ho fatto un giro da parolearia e ti ho conosciuta un pò di più.
Il dolore più grande, fondo, ingiusto ed al quale non puoi rassegnarti.
Il più temuto.
Quello che ti toglie il respiro.
....se ne è andato, vestito di 4 ruote....
L'ho vissuto da cugina, stretta come una sorella....tanti anni fa.
Un grande amore ci ha sempre uniti e ricordo ogni istante di quegli attimi crudeli ed ogni volta che i ricordi affiorano, limpidi come l'acqua di un torrente, mi straziano.
I miei vani tentativi alla ricerca di una maternità negata, forse troppo desiderata, erano spesso popolati da quella paura, dal timore della perdita.
Da mai cocepito ma solo per un rifiuto motivato dalla mia salute, all'accesso alle tecniche artificiali che ci offre la scienza, è stato sufficiente perchè i miei sogni siano stati per notti sempre gli stessi.....io che corro per i corridoi pieni di fumo di una cantina infinitamente tortuosa e buia, chiamando il suo nome, il nome che avevo scelto prima ancora di averlo creato.
Che ti posso dire Franca....un cuore percosso come il tuo e che comunque decidere di battere....beh....è un cuore grande, il cuore di una grande.
Ti stringo un pò più forte.Syl

lasettimaonda ha detto...

Cara Franca, aspettavo il tuo messaggio............
Non immaginavo che tu seguissi il mio blog da così tanto tempo...il sogno di Marco....non mi capita di sognarlo spesso, ma quando accade mi conforta, ci volevamo così bene!
Se n'è andato a soli 21 anni per un incidente d'auto e sua sorella era con lui e ne è uscita viva per miracolo.
Sono passati già 25 anni......mi sembra ieri.
Non avevo capito di tuo figlio.....è ancora più difficile, un dolore così innaturale e contrario ad ogni auspicabile senso di vita.
Hai una figlia, per fortuna hai una figlia, che è una ragazza fortunata ad avere una madre immensa come te.
Detesto la superficialità, quindi non mi urti, mai.
Spero solo di non farti del male involontariamente, risvegliando i tuoi ricordi...ma certi buchi che abbiamo nel cuore, non spariscono e nemmeno si appannano, restano con noi, li in un cantuccio, magari a volte gridano, altre tacciono, ma sono li.
Possiamo solo cullarli e portarceli sulle spalle, separarcene non sarà mai possibile, sono nelle nostre cellule, nel nostro cervello, nel nostro cuore......fanno parte di noi come una gamba, un occhio.....sono noi.
Ti abbraccio!Syl