martedì 20 ottobre 2009

Sognava di fare l'ingegnere....

Oltre a postarvi l'articolo apparso sulla STAMPA e scritto dal bravo GRAMELLINI, voglio aggiungere qualcosa di mio....mi chiedo come è possbile che certe cose accadano...so già (perchè ho già letto vari commenti su Internet, che qualcuno tenterà di dare una versione di comodo facendo notare che il "fatto" è accaduto a Napoli, e poi non è accaduto ad un Italiano, senza riuscire a pensare che lo scorso inverno nella opulenta Milano, molte persone sono morte di freddo sulle panchine e non tutti erano stranieri.
Ci sono state alcune inchieste che hanno appurato che molte persone che vivevano una vita normale , trovandosi senza lavoro dall'oggi al domani si sono trovate praticamente sul lastrico
ed erano usaciti dal circuito della loro realtà di prima , entrando in una vita da emarginati, ho ascoltato persino delle interviste che venivano fatte a queste persone.....mi rendo conto che è sempre più facile concludere che se uno si trova in certe condizioni estreme qualche colpa ce l'ha!
E certo dico io...ha semplicemente la colpa di non essere riuscito a diventare ricco, o semplicemente ad esseere fortunato e ad avere le spalle coperte perdendo un posto di lavoro che era la sua unica fonte di sostentamento.....poi qualcuno nei commenti che ho letto si è permesso di aggiungere "Ma dov'erano gli altri componenti della famiglia allaragata?" Come se l'avere una famiglia che ti protegge fosse cosa di tutti.....queste persone non sanno che le famiglie povere a volte non riescono ad aiutarsi? Perchè si ritrovano fa poveri e nessuno ha qualcosa più dell'altro per arrivare a soccorrere? Solo chi non ha vissuto e non ha visto nella sua realtà certe situazioni, si può permettere di fare così idiote osservazioni, anzichè provare dolore e disgusto per certe cose che accadono, e che se certi poveri potessero rimanere nei loro paesi di origine e poter vivere , tante fratture familiari non accadrebbero?
C'è un'ultimo pensiero che mi si affaccia alla mente ed è che :"Nessuno che non l'abbia provata, sà cosa sia davvero la povertà estrema ...quella che a volte ti fa persino vergognare...vissuta in un mondo che ti rende colpevole anche di essere nato povero. Chi ha cuore e compassione, davanti a fatti come quello accaduto giorni fa, dovrebbe solo provare grande compassione e astenersi dall'infangare con i propri inumani commenti anche la memoria di Poveri Cristi!
Grazie per l'attenzione e scusatemi se ultimamente i miei temi sono di questo umore...purtroppo, devo dire che non riesco a prendere le distanze da fatti di cronaca come questo e che avendo almeno in parte provato cosa vuol dire trovarsi nella desolazione della povertà, anche se in questo momento della mia vita non mi manca nulla dell'essenziale...non riesco a pensare solo al mio orticello.

A Napoli un bambino è morto a sei anni di povertà. Veniva dall’isola di Capo Verde, ma sapeva già leggere e scrivere in italiano. Era educato, ordinato, molto pignolo, dicono le maestre. Amava il disegno e sognava di fare l’ingegnere. Si chiamava Elvis, come l’eroe del rock. Lo hanno trovato per terra, in una stamberga di venti metri quadri, i polmoni intasati dalle esalazioni di un piccolo braciere. Da quando l’Enel aveva staccato la corrente che alimentava la stufetta elettrica, quel fuoco improvvisato e velenoso era diventato l’unica fonte di riscaldamento di tutta la famiglia. Non c’era altro calore, non c’era più cibo. Ed Elvis se n’è andato così, addosso alla madre agonizzante, la testa appoggiata al ventre da cui era uscito sei anni prima per la sua breve e infelice partecipazione alle vicende del pianeta Terra.Mi sento totalmente inutile, come giornalista e come essere umano, perché mi tocca ancora raccontare storie del genere, nel mio evoluto Paese. Ci riempiamo la bocca, io per primo, di parole superflue. Ci appassioniamo ai problemi di minoranze potenti e arroganti. E accanto a noi, in un silenzio distratto, si consumano le disfatte degli umili e dei mansueti. Persone come la mamma di Elvis, che fino all’ultimo ha provato a raggranellare onestamente qualche soldo per la stufetta, andando in giro a fare le pulizie. Il Bene ieri ha perso di brutto. L’importante è rendersene conto, non distrarsi, non rassegnarsi, organizzare la riscossa. Anche per Elvis, che tornerà a trovarci ogni giorno, sulla faccia di tanti bambini uguali a lui.

2 commenti:

lasettimaonda ha detto...

Cara Franca, queste notizie fanno male al cuore, oggi che abbiamo di tutto e di più, che si muore perchè abbiamo troppo....cibo, alcool, sigarette....eppoi, vicino a noi, molto vicino, più di quanto si pensi, c'è chi muore di freddo!
E terribile.Syl-vietta

monteamaro ha detto...

Ciao cara Franca, forse non è un buon periodo per te, perchè
i ricordi, quelli tristi, non ci lasciano quasi mai.
Ma è il mondo intero a soffrire di tristezza, e solo chi è abituato a percepirne l'esistenza, vive personalmente anche una sofferenza che non gli appartiene.
Notizie come quella da te postata, fanno rabbrividire, e dovrebbero far interrogare ogni essere umano, sul senso della compassione oramai perduta.